L’articolo è stato pubblicato in origine su “Shaolin Yu Taiji”, 9/2002, scritto da Jian Ge; tradotto dal cinese e redatto da Jarek Szymansky. Traduzione dall’inglese di Carmela Filosa.
Il Taijiquan stile Chen ha avuto origine nel villaggio Chenjiagou, distretto Wen, provincia dell’Henan. Fu creato da Chen Wangting, discendente di nona generazione del clan Chen, tra la fine della dinastia Ming e l’inizio della dinastia Qing, sulla base delle vecchie arti marziali che erano state tramandate all’interno della famiglia.
Chen Wangting perfezionò l’arte e creò cinque serie di Taijiquan, cinque serie di pugni (Wu Tao Chui), Tredici Posture (Shi San Shi) come pure il Pugno di Cannone (Pao Chui), sequenze con armi (lancia, sciabola, spada, bastone, mazze, frusta, ecc.) ed in special modo metodi unici di Spinta con le Mani (Tui Shou) e Lance Appiccicose (Zhan Qiang). In questo modo fu creato un sistema di arti marziali davvero completo.
Nel processo di evoluzione durato oltre trecento anni, lo Yang, il Wu (Jianquan), il Wu (Yuxiang), il Sun, il Zhaobao ed altri stili sono derivati dal Taijiquan stile Chen.
All’interno del sistema di Taijiquan stile Chen, la “Piccola Struttura” (Xiao Jia) è il metodo di pratica più tradizionale.
Introduzione alla “Piccola Struttura” del Taijiquan Stile Chen
La pratica del Taijiquan stile Chen enfatizza la riduzione dei cerchi da grandi a piccoli, quindi da piccoli a “non cerchi” – il picco della perfezione nell’arte.
Storicamente il Taijiquan stile Chen non era diviso in “Grande Struttura” e “Piccola Struttura”; comunque, per quanto concerne il metodo della pratica, l’insegnante, per aiutare lo studente ad imparare i rudimenti dell’arte più velocemente, ingrandiva i movimenti della routine, in modo che lo studente cominciasse ad imparare prima dai cerchi esterni, grandi. Dopo un periodo di pratica, quando lo studente aveva già imparato a muoversi in modo rotondo, circolare, i cerchi grandi erano gradualmente ridotti in piccoli, i cerchi esterni in interni, la forza spiraleggiante ‘come avvolgere un filo di seta’ (Chan Si Jin) veniva trasferita lungo i percorsi della forza (Jin Lu) sul dorso, le braccia e le gambe; in questo modo sarebbe stato raggiunto il livello alto di abilità – i cerchi non sarebbero stati espressi fuori.
Durante lo sviluppo del Taijiquan, questi metodi differenti di pratica furono chiamati “Grande Struttura” e “Piccola Struttura” (“Grandi Cerchi” e “Piccoli Cerchi”).
Anche i praticanti della Grande Struttura enfatizzano la riduzione graduale dei cerchi da grandi a piccoli, mentre nella pratica della Piccola Struttura i cerchi sono dapprima ingranditi. I processi della pratica della Grande Struttura e Piccola struttura sono fondamentalmente molto simili, per questa ragione è detto che “la Grande struttura non è grande, la Piccola struttura non è piccola”.
La Grande Struttura del Taijiquan stile Chen cominciò a diffondersi nel mondo esterno a causa del fatto che le generazioni successive della famiglia Chen lavoravano come scorta alle carovane o conducevano affari fuori del villaggio; specialmente quando Chen Fake (discendente di 17° generazione della famiglia) e Chen Zhaopei (18° generazione) furono ufficialmente invitati ad insegnare arti marziali a Pechino e Nanchino, la Grande Struttura si era diffusa ed era divenuta nota alla gente comune. Poiché la Piccola struttura è stata tramandata solo all’interno del clan familiare e a causa dei requisiti molto severi riguardo alle relazioni tra insegnante e studenti, essa rimane ancora quasi sconosciuta. Comunque, oggigiorno, esponenti della “Piccola Struttura” dello stile Chen hanno già cominciato ad insegnare a gente esterna, ma, dato che sono partiti più tardi, lo stile non è ancora molto diffuso.
I rappresentanti contemporanei della “Piccola Struttura” del Taijiquan stile Chen sono: Chen Kezhong, Chen Boxiang (entrambi discendenti di 18° generazione), Chen Liqing, Chen Lixian, Chen Boxian (19° generazione), ecc.
Il “Trattato Illustrato sul Taijiquan della Famiglia Chen” (Chen Shi Taijiquan Tu Shuo) scritto da Chen Xin (16° generazione) e considerato la ‘Bibbia delle Arti Marziali’ (Wulin Shengdian), descrive i movimenti che sono praticati all’interno del sistema della “Piccola Struttura”. L’ “Introduzione” (Zi Xu) stessa di Chen Xin al “Trattato Illustrato” dice:
“Temo il passare del tempo e non ho la pazienza per aspettare ancora; temo anche che (l’arte marziale) si dividerà in scuole e branche e che la vera conoscenza andrà persa. Per questa ragione nel mio tempo libero faccio tutto ciò che posso per spiegare e chiarire i segreti profondi (dell’arte), e descriverla dettagliatamente.”
In tutto il libro non c’è alcun cenno alla divisione del Taijiquan stile Chen in Grande Struttura e Piccola struttura. Questo prova che lo stile documentato nel “Trattato Illustrato sul Taijiquan della Famiglia Chen” dovrebbe essere il più vicino all’arte originale creata da Chen Wangting.
Le caratteristiche della “Piccola Struttura” del Taijiquan Stile Chen
1. Metodo del corpo (Shen Fa): “Il corpo non deve salire su e ondeggiare in modo disattento, più basso che alto, si muove su un solo livello.”
Durante la pratica delle sequenze il corpo non deve muoversi ora basso ora alto e senza attenzione ondeggiare a sinistra e destra; l’Intenzione (Yi) deve affondare in basso, il baricentro deve essere tenuto basso e fondamentalmente su un solo livello (a parte movimenti come “Calcio battuto e spaccata a terra” – Bai Jiao Xia Cha; Il Gallo d’oro su una sola zampa – Jin Ji Du Li; Il Drago che si stende per terra – Pu Di Long, ecc.).
2. Tecniche di mano (Shou Fa): “Entrambe le mani non devono ruotare (trascuratamente), ci deve essere una forza di chiusura fra loro, il Qi penetra sottilmente all’interno delle dita; quando si muovono le mani verso l’alto non si devono oltrepassare le sopracciglia, le si muovono in basso rilassandole; quando si gira (cioè muovendo le mani) all’interno (cioè davanti al corpo) il pollice può andare lungo la linea centrale, quando si muovono (le mani) all’esterno non le si stende troppo lontano, affondando in basso la punta del gomito; questo non si allunga troppo avanti (Tan), né lo si tiene troppo vicino (Jia), si contrae il costato, la pelle sulle costole e le mani si devono toccare l’un l’altra (Shu Lei Xiang Mao Fu Xiang Ai)”.
Quando tutt’e due le mani chiudono (He), (cioè sono girate l’una verso l’altra), non devono fronteggiarsi l’un l’altra completamente ma piuttosto formando un certo angolo – questo è chiamato “Quattro Sei, Yin e Yang”; il palmo è a forma di tegola, il pollice ed il mignolo sono chiusi (He, per esempio si muovono l’uno verso l’altro), l’Intenzione (Yi) è su pollice, indice e medio; la linea centrale del corpo determina la portata del movimento per ogni mano, ogni mano controlla metà del corpo; nei suoi movimenti verso l’alto la mano non dovrebbe andare più in alto del livello dei sopraccigli, quando si muove verso il basso ci si dovrebbe concentrare sul rilassamento; quando la mano si muove in fuori, non bisogna estenderla troppo lontano (Tan); quando la mano ritorna, non bisogna tenerla troppo vicina al corpo (Jia), ma lasciare un po’ di spazio extra, seguendo esattamente i principi.
3. Lavoro dei piedi (Bu Fa): “Non porre mai i piedi a forma di ideogramma Ba (otto – che è simile alla lettera latina “V” scritta sottosopra – cioè con la punta dei piedi rivolta in obliquo in fuori) e Ding (simile alla lettera “T”, cioè quando si forma un angolo retto fra i due piedi), ricordarsi sempre di chiudere (cioè muovere l’una verso l’altra) la punta dei piedi; più peso del corpo è sulla parte interna dei piedi, l’alluce ed il secondo dito guidano (il piede); le torsioni sono sui talloni, un passo grande è lungo quanto una gamba, un passo piccolo è lungo quanto un piede in verticale”.
A causa della necessità di aprire le anche ed arrotondare la biforcazione delle gambe, entrambi i piedi dovrebbero essere tenuti paralleli l’uno all’altro e mai posti con le punte rivolte in fuori (a forma di lettere “V” o “T”), altrimenti la giuntura dell’anca non sarà piegata e la biforcazione delle gambe perderà la sua curva (e sarà a forma di lettera “V” – cosiddetta ‘biforcazione tagliente’ – e quindi il requisito di arrotondare il cavallo delle gambe non sarà soddisfatto); quando ci si muove dalle anche in basso usando la “forza a spirale contraria” (Ni Chan), il vettore della forza dovrebbe cadere sul lato interno del piede, sopra l’alluce ed il secondo dito; quando si fa un passo, non lo si dovrebbe estendere troppo lontano (Tan) – si dovrebbe essere in grado di fare un passo e ritirare indietro la gamba liberamente – nei passi grandi la distanza tra i piedi non dovrebbe essere maggiore della lunghezza stessa della gamba, nei passi piccoli, non più corta della lunghezza del piede.
4. “Avanzare piuttosto che ritirare, (muovere) la parte inferiore (del corpo) prima della (parte) superiore”: Il centro di gravità dovrebbe avanzare piuttosto che ritirarsi; quando si sposta il peso, la parte inferiore del corpo si muove prima di quella superiore.
5. Metodo degli occhi (Yan Fa): “Lo Spirito (Shen) accompagna la mano anteriore, la testa non dovrebbe ondeggiare”.
L’Intenzione (Shen Yi) dovrebbe essere sulla mano anteriore, tuttavia gli occhi non dovrebbero essere fissi su di essa, la testa non deve oscillare seguendo i movimenti delle mani.
6. Metodo della Forza (Jin Fa): “La biforcazione delle gambe si aprirà e sarà rotonda, non dovrebbe torcersi (Niu) od oscillare a sinistra e a destra orizzontalmente (Shuan)”.
Il sedere dovrebbe rilassarsi e distendersi in fuori verso ambo i lati, in modo che le anche “avvolgano” (come se si stesse cercando di abbracciare una grande palla con le gambe), l’articolazione dell’anca è tenuta ripiegata in dentro (le anche sono curvate), aprendo (Kai) dietro e chiudendo (He) davanti, così che la biforcazione delle gambe diventi rotonda; la biforcazione gioca il ruolo di un asse per gambe e vita, e durante la rotazione trasferisce la “Forza come avvolgere un filo di seta” (Chan Si Jin), detta anche “Forza a spirale” (Luo Xuan Jin), che “si avvolge” partendo dalle dita dei piedi lungo tibia e coscia fino al punto Hui Yin, dal corpo (punto Ming Men), spalla, braccio, radio, ulna e si avvolge fino alla punta delle dita; quando Yin e Yang si spostano (cioè il centro di gravità viene spostato da una gamba all’altra), le anche tracciano un arco basso in dietro; le anche sono come un vassoio, ricordarsi di non torcerle né oscillarle mai a sinistra e a destra orizzontalmente (lungo una linea dritta); entrambe le anche dovrebbero tracciare una figura a “∞” e la forza non dovrebbe rompersi, la spirale (Chan) dovrebbe circolare a forma di “~” (Bei Si Kou); la forza dovrebbe essere piena, senza eccedenze o deficienze.
7. Molti cerchi verticali, pochi cerchi orizzontali: La ragione del muovere lungo cerchi verticali è di trasmettere la forza (che sorge dai piedi) dal basso verso l’alto, tutto ciò nel rilassare (Song), affondare (Chen) e spostare (il peso) in modo circolare (Yuan Zhuan). Inoltre, è più facile mantenere la stabilità quando ci si muove lungo cerchi verticali. Per questa ragione la Piccola Struttura nel movimento usa soprattutto cerchi verticali o quasi verticali.
8. Molti cerchi pieni, pochi archi: La ragione dell’uso di cerchi pieni è di rendere i percorsi della forza (Jin Lu) completi, di ridurre inutili e ripetuti “immagazzinamenti di forza” (Xu Jin), di raggiungere continuità nel neutralizzare (Hua) e colpire (Da), e lanciare un attacco con velocità.
Sulle tracce delle fonti della “Piccola Struttura” del Taijiquan Stile Chen
Prima di Chen Youben – discendente di 14° generazione della famiglia Chen ed erede di 6° generazione del Taijiquan stile Chen – era stato trasmesso solamente un unico metodo di pratica del Taijiquan e non c’era alcuna divisione in Grande e Piccola Struttura.
Chen Youben fu un personaggio chiave che giocò un ruolo epocale nel dividere il Taijiquan stile Chen in Grande e Piccola Struttura.
Secondo quanto documentato nella “Genealogia della Famiglia Chen” (Chen Shi Jia Cheng), Chen Gongzhao, padre di Chen Youben, “raggiunse un’abilità (nel Taijiquan) pura e precisa, ed addestrò molti studenti con profonda comprensione (del Taijiquan)” (a Chenjiagou c’è una storia circa Chen Gongzhao che compete in forza con un bue impazzito); Chen Youben e Chen Youheng, suo fratello di sangue, “erano entrambi Xiang Sheng (studenti dell’antica scuola locale) ed impararono il Taijiquan, specialmente (Chen) Youben, che ricevette ‘la perla del dragone’ (cioè la vera trasmissione del Taijiquan), ed istruì i suoi figli ed i figli del fratello nell’arte (del Taijiquan), ebbe una vita modesta, sempre come se (la sua abilità) fosse inferiore (a quella di altri), a quell’epoca la maggior parte delle persone che eccellevano nel Taijiquan erano suoi discepoli. (…)
I discepoli di (Chen) Youben – Chen Qingping, Chen Youlun, Chen Fengzhang, Chen Sande, Chen Tingdong – ebbero notevoli risultati, anche Chen Gengyun chiamò (Chen Youben) maestro.
Chen Qingping passò (il Taijiquan) a He Zhaoyuan, Zhang Kai e Zhang Gaoshan della città di Zhaobao. (Chen) Youlun passò (il Taijiquan) a Li Jingyan e Zhang Dahong”.
Dal documento precedente si può vedere che sia Chen Gongzhao che suo figlio, Chen Youben, erano artisti marziali di grandi risultati ed ebbero molti discepoli famosi; Chen Youben evidentemente ricevette la vera trasmissione del Taijiquan da suo padre. Inoltre, la Piccola Struttura esisteva già prima di Chen Youben.
La Piccola Struttura combina durezza e morbidezza, c’è più morbidezza e meno durezza nella Prima Sequenza (Yi Lu), più durezza e meno morbidezza nella Seconda Sequenza (Er Lu). Per di più, dato che la Piccola Struttura ha un sistema teorico davvero completo ed un severo metodo di pratica passo per passo, la gente a Chenjiagou la elogia come “Struttura del Gongfu” (Gongfu Jia) o “Struttura Speciale” (Kan Jia Quan; Kan Jia significa letteralmente “badare alla casa”).
Non è che – come dicono alcuni libri – “Chen Youben, discendente di 14° generazione del clan Chen, fece alcuni cambiamenti alle routine originali, abbandonando gradualmente alcuni movimenti più difficili e vigorosi, e creò la Nuova Struttura (Xin Jia), detta anche Piccola Struttura, ampia quanto la Vecchia Struttura (Lao Jia).
Poiché Chen Changxing faceva da scorta a carovane lontano da casa e tutto l’anno in giro, Chen Gengyun (figlio di Chen Changxing e discendente di 15° generazione del clan Chen), per poter lavorare insieme al padre chiese a Chen Youben, suo zio, di insegnargli.
Per aiutare Chen Gengyun a diventare abile nel più breve tempo possibile, Chen Youben, pur preservando la quintessenza della Prima Sequenza (in) Tredici Posizioni (Tou Tao Shi San Shi), mise enfasi sulle “esplosioni di forza” (Bao Fa Li), ingrandì i movimenti e allenò Chen Gengyun per oltre un anno.
Chen Youben e Chen Gengyun attraverso discussioni e studi minuziosi crearono un certo tipo di struttura; da allora, per differenziare quest’ultima dalla Prima Sequenza (in) Tredici Posizioni (Tou Tao Shi San Shi), la gente cominciò a chiamarle “Piccoli Cerchi” e “Grandi Cerchi”.
Chen Gengyun passò questa struttura ai membri della sua famiglia; essa fu anche insegnata a Chen Fake – suo nipote – che nel 1928 fu invitato a Pechino per insegnare arti marziali e rese questa struttura nota al pubblico.
Le generazioni successive cominciarono a riferirsi a questa struttura come “Grande Struttura” (Da Jia), ed invece al sistema tradizionale come “Piccola Struttura” (Xiao Jia).
Dispute riguardo al “Trattato Illustrato sul Taijiquan della Famiglia Chen”
Perché il “Trattato Illustrato” descrive 64 posizioni e non 74? Perché Chen Xin mentre scriveva il “Trattato Illustrato”, “evitò il futile e si soffermò sull’importante”, scelse solo le posizioni essenziali e le descrisse, così non l’intera routine è annotata nel libro. Per esempio la Posizione di Preparazione (Yu Bei Shi), la Chiusura (Shou Shi) ed alcuni movimenti di collegamento o transitori non furono documentati. Sebbene alcuni di essi furono spiegati, tuttavia non furono elencati come posizioni separate (il “Libro dei Mutamenti” – Yi Jing – include 64 esagrammi, quindi è possibile che il numero delle posizioni nel libro di Chen Xin fu influenzato dal numero degli esagrammi nell’Yi Jing).
Perché il libro è così oscuro e di difficile comprensione? Perché il “Trattato Illustrato” non è un testo per principianti. Esso fornisce una guida a quei praticanti che hanno già raggiunto un certo livello di abilità e di comprensione della teoria e stanno cercando più alti risultati.
Inoltre, prendendo in considerazione i modi specifici in cui sono scritte le composizioni classiche, la scarsità di periodi e virgole, l’uso di gerghi e dialetto locale in alcuni passaggi, tutto ciò rende il testo veramente difficile da essere compreso pienamente da un principiante o una persona senza almeno una conoscenza di base del Cinese classico. Per di più, poiché il significato di alcuni caratteri nel “Trattato Illustrato” differisce da quello del Cinese moderno, nel processo di apprendimento si dovrebbe combinare l’esperienza derivante dalla pratica per capire l’essenza del libro.
Alcune parti cruciali sono semplicemente omesse. Per esempio in alcune parti il libro descrive solo il fine della pratica, ma non spiega il metodo ed il processo per conseguire questo fine.
Forse a causa della mentalità conservatrice al tempo di Chen Xin e dell’influenza dell’idea tradizionale di “darti la medicina ma non dirti com’è fatta”; probabilmente a causa della limitatezza delle parole nel rendere le sue idee, alcune cose che possono essere trasmesse solo attraverso l’insegnamento diretto non potrebbero essere spiegate nel libro.
Il “Trattato Illustrato sul Taijiquan della Famiglia Chen” (pubblicato nel 1931) contiene alla fine la “Spiegazione di Du Yuwan della Formula Rimata Ricevuta da Jiang Fa dal suo Insegnante dello Shanxi” di Du Yuanhua; questa “Formula Rimata” (Ge Jue) divenne un argomento importante per l’opinione che “Wang Zongyue insegnò a Jiang Fa, Jiang Fa insegnò a Chen Changxing o a chen Qingping”, e per trarne la deduzione che Chen Xin realmente ammise che il Taijiquan stile Chen fu trasmesso da Jiang Fa. Per quanto non importi se questa “Formula Rimata” sia reale o falsa e come le frasi siano incoerenti, è sufficiente verificare che c’è una frase “riveduto e corretto da Du Yuanhua (Yuwan) di Qinyang” nell’appendice (cioè “La lista dei redattori che hanno riveduto e corretto il ‘Trattato Illustrato sul Taijiquan della Famiglia Chen’”) alla fine del libro. Da ciò si può capire che la “Formula Rimata” fu aggiunta da Du Yuanhua molti anni dopo la morte di Chen Xin.
Quest’azione di Du – che usò il lavoro di qualcun altro per perorare le sue proprie idee – non sarebbe dovuta essere adottata ed infatti è stata molto fuorviante.
Jiang Fa e Chen Changxing vissero nella stessa epoca – XVII secolo; Wang Zongyue (la sua biografia si può ritrovare nell’introduzione al “Manuale sulla Lancia Yin Fu” di Wang Zongyue scritta da un autore sconosciuto) e Chen Gongzhao pure vissero nella stessa epoca – XVIII secolo; Jiang Fa visse circa cento anni prima di Wang Zongyue, quindi la cosiddetta frase “Wang Zongyue insegnò a Jiang Fa” è ovviamente un errore, “Jiang Fa insegnò a Chen Changxing o a Chen Qingping” è ancor più senza fondamenta nei fatti.
Libri sulla Piccola Struttura del Taijiquan stile Chen (tutti in Cinese):
Chen Xin (Chen Pinsan): “Trattato Illustrato sul Taijiquan della Famiglia Chen” (Chen Shi Taijiquan Tu Shuo), 1933 (ristampato parecchie volte, ultima ristampa Shanghai 2000).
Chen Ziming: “L’Arte del Taijiquan della Famiglia Chen Trasmesso Attraverso le Generazioni” (Chen Shi Shichuan Taijiquan), 1932.
Fan Chunlei: “Famoso Pugilato Taiji Cinese – Spiegazione Dettagliata del Taijiquan della Famiglia Chen” (Zhongguo Taiji Ming Quan – Chen Shi Taijiquan Xiangjie), 1990. La versione riveduta e più completa di questo libro (è stata aggiunta la spiegazione della Seconda Sequenza) è stata pubblicata nel 2001 con il titolo “Famoso Pugilato Taiji Cinese – La Piccola Struttura del Taijiquan della Famiglia Chen” (Zhongguo Taiji Ming Quan – Chen Shi Xiao Jia Taijiquan) con Fan Chunlei come autore e Chen Liqing come consulente.
Shi Lei: “Il Taijiquan Stile Chen – La Struttura del Pugilato di Chen Xin” (Chen Shi Taijiquan – Chen Xin Quan Jia), 1999 (pubblicazione limitata solo per circolazione interna).
Chen Liqing: “La Piccola Struttura del Taijiquan Stile Chen” (Chen Shi Taijiquan Xiao Jia), 2001.
Risorse:
Questo articolo è stato pubblicato per gentile concessione della Maestra Carmela Filosa